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mercoledì 8 febbraio 2012

INTERVIEW AND REVIEW ON 'VINCEBUS ERUPTUM' (Italy)


VINCEBUS ERUPTUM n.12






The new number will be available in two different versions:

Vincebus Eruptum N°12 (only magazine) - 500 copies
Vincebus Eruptum N°12 deluxe (magazine + "Acid Sounds Vol.1" cd compilation) - 500 numbered copies


"Acid Sounds Vol.1" exclusive CD compilation includes the following tracks (all previously unreleased or rare ones):

01 - CORE "Mood Disorder"
02 - OJM "Har(d)ucks"
03 - THAT'S ALL FOLKS "Hypnotic Pulse"
04 - THE FREEKS "Vitamin-D"
05 - TECTONIC BREAK "Maria"
06 - E.X.P. "DNA connect just like a kids tumble"
07 - VIC DU MONTE'S PERSONA NON GRATA "Man On A Mission"
08 - VIBRAVOID "Photosynthesis In Darkness"
09 - COLT.38 "Amplesso in DOm"
10 - ZIPPO "Night Jam #2"
11 - ELECTRIC MOON "Trip Trip Trip"

Due to a graphical misunderstanding on the CD wallet list, tracks 9 and 10 are reversed. Officially track 9 is played by COLT.38 and track 10 by ZIPPO.


ORDER IT HERE: www.vincebuseruptum.it

giovedì 10 novembre 2011

REVIEW & INTERVIEW ON 'LEGACY' (GERMANY)













Legacy 
Issue N. 75


ZIPPO - Maktub

13/15



Dass Stoner Rock nicht immer aus der Wüste Amerikas kommen muss, beweisen ZIPPO aus dem schönen Italien. „Maktub“ ist ihr drittes Album. Schnell wird klar, mit was man es hier zu tun hat: Sludge Metal der Marke Mastodon, Baroness oder Black Tusk. ZIPPO versehen ihre Musik jedoch mit ein wenig mehr verspielten und versteckten Melodien. Nach dem straighten, eröffnenden ‘The Personal Legend’ mit seinen gängigen dreieinhalb Minuten, haben alle sieben Lieder des Albums Überlänge. Trotz der etwas längeren Spielzeit des Restmaterials werden diese Lieder nicht langweilig und kommen immer wieder mit neuen Ideen um die Ecke. ‘The Omens’ beispielsweise, welches mit einem ungewöhnlich ruhigen und atmosphärischen Mittelteil aufwartet und den Hörer mit psychedelischen Klängen umhüllt. Als weiteres Highlight ist sicherlich ‘Man Of Theory’ zu nennen, das mit seiner polyrhythmischen Struktur überzeugen kann und so einige Durchläufe benötigt, um zu zünden. Einen ganz anderen Weg gehen ZIPPO bei ‘We, People’s Hearts’. Dieser Song könnte auch auf einem frühen Paradise Lost- oder Sentenced-Album seinen Platz finden. ZIPPO zeigen hier ihre düstere Seite – man ist am Ende schier erleichtert, dass ‘We, People’s Hearts’ doch noch die Kurve zurück zum Sludge Metal findet und man aus dieser bedrohlichen Stimmung entfliehen kann. Für das gesamte Album trifft dies glücklicherweise nicht zu. Diesem möchte man sich nicht entziehen – ganz im Gegenteil. Je öfter man „Maktub“ hört, desto mehr Strukturen und Details werden einem bewusst und desto tiefer möchte man in das Album eintauchen. 
(MAST)

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click on the image/show original for larger picture.



Interview by Manuel Stein.

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www.legacy.de

mercoledì 11 maggio 2011

INTERVIEW ON 'ROCK HARD' (Italy)






















ROCK HARD ITALY
maggio 2011






















click here for larger image:
http://i51.tinypic.com/2v9dv6e.jpg

domenica 10 aprile 2011

giovedì 7 aprile 2011

REVIEW & INTERVIEW ON 'AUDIODROME.IT' (Italy)

ZIPPO - Maktub


Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.

Due dischi e una quantità inumana di live in giro per mezza Europa... l'attesa per “Maktub” è finita.
Dopo Road To Knowledge, tante promesse e speranze, arriva il terzo capitolo della eclettica “ex” stoner band abruzzese. Qualcosa è cambiato, a partire dalla line-up e proseguendo con l'attitudine e parte del caratteristico sound. Altro è rimasto, si veda il gusto per gli intrichi compositivi e per l'ispirazione letteraria. Dimenticare i vecchi Zippo, questo è l'imperativo, o meglio far tesoro del passato, riempir d'inchiostro il calamaio e voltar pagina. Il full-length nasce dalla fascinazione per “L'Alchimista” di Paulo Coelho, da cui asporta le linee guida, e da un'enorme esigenza espressiva che si comprime in meno di quaranta minuti, riempiendoli di musica fino al midollo. Di certo non possiamo parlare di stoner, di certo non possiamo parlare di semplicità e immediatezza. I sette brani della tracklist si avvicendano in un ondeggiante andirivieni di tempi frammentari, chiasmi melodici, riff taglienti e sinuosi arpeggi. Le influenze sono molteplici e tutte legate ad un'unica fune da quell'appiglio universale comunemente denominato progressive. Dall'iniziale pressione di “The Personal Legend”, tanto intensa da rasentare l'hardcore, al prolungato finale di “The Treasure” (in cui il quintetto pare quasi provar dispiacere nel concludere l'opera) gli input spediti al cervello dell'ascoltatore sono innumerevoli: Meshuggah, King Crimson, Mastodon (su tutti), Opeth, Tool... il fior fiore del rock progressivo dalle piramidi a oggi, illustrato da una mano a tratti sbilenca a tratti inebriata da se stessa. Ridurre però il plot ad accademico esercizio stilistico è limitativo, nel sottobosco infatti si annidano ben celate centinaia di minuscole suggestioni musicali: la voce di Dave sembra in più punti invocare David Eugene Edwards (Woven Hand, 16Horsepower), arabeggianti dinamiche strisciano al suolo alzando tanta polvere da irritare gli occhi ad Al Cisneros (OM, Sleep), scomposte strutture rock sottolineano insani innamoramenti per il noiserock di fine anni Novanta. La maturità musicale dei nostri si rivela inoltre nella loro capillare cura del suono e in una produzione di livello internazionale, dove la sapiente mano di James Plotkin (mastering) concretizza il piccolo capolavoro di “confezionamento” e la presenza di ospiti illustri come Ben Ward (Orange Goblin) e Luca T. Mai (Zu) ribadisce il già citato concetto d'internazionalismo. Molto bello anche l'artwork (il classico fiore all'occhiello del marchio Zippo). Nei del disco l'eccessivo barocchismo di alcuni momenti, che ne rallenta la fruizione, ed un paio di pezzi meno a fuoco degli altri. Viaggio e sogno, non ha importanza che siano sulle mani di chi compone o nella mente di chi si lascia cadere nell'album, quello che conta è chiudere gli occhi e precipitare.
Maktub è speranza, promessa, impegno.

A cura di: Marco Marzuoli [info@audiodrome.it]

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INTERVIEW

Maktub è il titolo scelto dagli Zippo per il nuovo album, ancora una volta su Subsound Records e nuovamente ispirato dall'opera di uno scrittore (dopo Castaneda, scelto per il precedente The Road To Knowledge, tocca ora a Coelho), un legame che i musicisti tengono a vedere come il portato di un'affinità elettiva che si incanala e trova naturale sbocco nella musica della band. Sotto il profilo strettamente musicale, il lavoro prosegue nell'evoluzione dello stile, ricco di influssi stoner e psichedelici, che ha da sempre contraddistinto gli Zippo e che oggi incorpora anche nuovi ingredienti, così da fornire lo spunto ideale per una chiacchierata con Alessandro Sergente, chitarrista della formazione abruzzese.




Cosa è successo dopo la pubblicazione di The Road To Knowledge? Come sono state le reazioni all'album e come sono cambiate (se lo sono) le cose all'interno del gruppo?
Alessandro Sergente: Sicuramente, grazie alla promozione della Subsound Records, il nome Zippo è arrivato sulla bocca di molte persone, oltre che su portali, fanzine eccetera. Le recensioni sono state piuttosto soddisfacenti. Riguardo ai live, abbiamo allargato i nostri orizzonti fino a paesi come Inghilterra e Olanda, dove non avevamo ancora avuto modo di esibirci.
All'interno della band le cose sono ovviamente cambiate: la nostra idea Zippo si è evoluta musicalmente, visto anche l'ingresso di un nuovo chitarrista, Francesco Porrini, che ha partecipato attivamente nella composizione del nuovo lavoro. Diciamo che siamo soddisfatti anche se, come diciamo in Abruzzo, le chiacchiere se le porta il vento.

Maktub è un termine arabo di origine alchemica sul cui significato esistono varie interpretazioni. Cosa vi ha spinto a scegliere proprio questo termine per il titolo del nuovo lavoro? Dopo Castaneda, sembra sia ora la volta di Coelho, visto che Maktub è anche il titolo di un suo libro. Vi va di spiegare ai nostri lettori questo speciale legame tra la vostra musica e la letteratura? In che modo i due universi si influenzano e si intersecano?
Vorremo premettere che Maktub non è propriamente un libro, ma una raccolta di leggende mirate ad approfondire proprio il significato del suo stesso titolo, che come hai giustamente detto ha varie interpretazioni: di solito viene tradotto con l'espressione "così è scritto" (per chi fosse interessato il testo è scaricabile gratuitamente dal sito di Coelho). Il nostro disco non è ispirato a questo testo, bensì a uno dei suoi più famosi romanzi, "L'Alchimista". La scelta di fondere musica e letteratura, poi, forse non si può definire tale: crediamo si sia trattato di una naturale conseguenza della nostra necessità di esternare e condividere la nostra visione dell'uomo e del mondo, la quale è inevitabilmente anche il frutto del comune interesse per dei generi letterari i cui linguaggi amiamo poi utilizzare.

Musicalmente, il vostro suono si è arricchito di nuove sfaccettature, spesso estremizzandosi pur nel mantenere un forte legame con il vostro linguaggio personale. Com'è avvenuto questo mutamento e come credete reagiranno i vostri fan?
Non crediamo che il suono si sia arricchito rispetto all'album precedente; la nostra intenzione era quella di ottenere un maggiore impatto creando una sonorità più simile possibile a quella dei nostri live: questo è il motivo per cui i fan non potranno fare altro che apprezzarlo.

La scelta di importare gli elementi esterni di cui si diceva prima deve, secondo voi, essere vista come il primo passo verso un radicale cambio di direzione o resterete comunque legati all'originale amore per le sonorità psichedeliche e stoner?
Le sonorità psichedeliche e stoner hanno sempre fatto parte del nostro stile, si tratta di influenze da cui non potremo mai prescindere. Certo è che la nostra attuale concezione della musica è diversa da quando abbiamo cominciato, ma non si tratta di un'evoluzione dettata dalla volontà di stravolgere un genere: noi seguiamo il nostro istinto, e niente potrebbe impedire che il nostro prossimo album sia, perché no, magari un ritorno ad uno stoner più classico. In ogni caso pensiamo a vivere il presente.

Nel nuovo lavoro avete collaborato con Ben Ward (Orange Goblin) e Luca T. Mai (Zu, Mombu), come sono nate queste collaborazioni e cosa vi hanno lasciato in dote?
Con Ben e Luca abbiamo condiviso il palco in varie occasioni, e questo ci ha permesso di approfondirne la conoscenza, tant'è che ormai li consideriamo degli amici, oltre a stimarli profondamente come artisti: il loro contributo al nostro lavoro ci ha resi molto orgogliosi, e si è rivelato doppiamente apprezzabile sia per l'esempio di umiltà che hanno dato collaborando con noi, sia per il sostegno che fornisce alla nostra comune scena musicale.

Cosa mi raccontate delle grafiche dell'album? Come sono nate e chi le ha realizzate?
Abbiamo deciso di basare lo stile grafico dell'ultimo album sul "cerchio".
Le illustrazioni esterne, l'impaginazione, le grafiche (oltre che il poster) sono opera di Stonino, mentre le illustrazioni interne sono opera mia.

Come procedono le cose dal punto di vista dei concerti? Ormai siete una formazione rodata sul piano live e presto partirete per un nuovo tour europeo, quindi mi piacerebbe sapere la vostra opinione sul differente approccio organizzativo e di pubblico tra il nostro Paese e l'Europa.
Negli ultimi quattro anni sono tanti i Paesi e le realtà in cui abbiamo avuto modo di esibirci e, nel nostro piccolo, ce ne siamo fatti un'idea: purtroppo abbiamo constatato sia in Italia che in Europa la presenza di promoter incapaci, per colpa dei quali spesso il concerto si trasforma da momento dedicato all'arte e alla cultura ad un pretesto per gozzovigliare. Sarà poi perché viviamo a più stretto contatto con la realtà italiana, ma a volte sembra che il nostro Paese sia molto ricco di persone brave più a parlare che ad agire. Per fortuna la scena underground può vantare anche la presenza di ragazzi che mettono l'anima nell'organizzazione di eventi chiave per arricchire la qualità della nostra scena.

Con quali gruppi vi siete trovati più in sintonia e con quali vi piacerebbe tornare a dividere il palco? Ritenete vi siano dei gruppi assimilabili agli Zippo per approccio o stile?
Sono due in particolare i gruppi con cui ci è piaciuto lavorare: The Orange Man Theory, che hanno condiviso con noi l'esperienza di due tour, ed i Last Minute To Jaffna, il primo gruppo con cui abbiamo fatto scambio date. Siamo legati a tutti loro da un forte legame di amicizia ed è evidente che ci piacerebbe ripetere le esperienze passate. Inoltre ci riteniamo uniti, se non dal genere, dall'approccio originale verso la musica che suoniamo.

Più in generale, come vi rapportate con la scena italiana? Esiste secondo voi una reale collaborazione tra band e label, o prevalgono al solito l'egoismo e l'invidia?
Egoismi ed invidie non mancano mai, ma noi pensiamo di averne individuato ed isolato le varie fonti, ed ora ci circondiamo di persone fidate con cui abbiamo una leale e reale collaborazione.

Cosa vi aspettate dal nuovo lavoro e in generale dal 2011? Quali i vostri obbiettivi e le vostre ambizioni?
Suonare, suonare, suonare e fare concerti.

Last famous words...
Random.

A cura di: Michele Giorgi [michele.giorgi@audiodrome.it]
A cura di: Marco Marzuoli [info@audiodrome.it]

INTERVIEW ON 'BARONE DEL MALE' (Italy)

Il Barone del Male incontra per caso Alessandro Sergente, chitarrista degli abruzzesi Zippo, al cesso delle donne di un noto ristorante cinese della riviera pescarese e si perde in chiacchiere...

Barone Del Male: Che rapporto hai con le emorroidi?
Alessandro Sergente: Un rapporto legato al peperoncino

BDM: Ne hai mai sofferto con continuità o hai avuto solo rapporti occasionali con questa malattia?
AS: La continuità è strettamente legata alla raccolta ed alla passione per i peperoncini che si traduce in amore per le emorroidi.

BDM: Pensi che la passione per i peperoncini influisca sulla tua musica?
AS: Più che i peperoncini sono le emorroidi che incidono pesantemente... è proprio in quei giorni di ano infiammato che tiro fuori il meglio di me!

BDM: Quindi è per questo che il suono della tua chitarra è così sofferentemente di merda?
AS: Esatto! In certi giorni vorrei che la mia cassa si trasformasse in un culo gigante, che invece di mandare suono, spargesse un bella dose di sangue e merda!

BDM: Sei coprofago?
AS: Non sono coprofago per gli stessi motivi per cui non sono un killer, pero' stimo tantissimo Gianni Morandi!

BDM: Chi ti conosce sa del tuo grande amore per lo sperma, lo trovi una fonte di ispirazione?
AS: Piu' che fonte di ispirazione diciamo che è ottimo per i cantanti: schiarisce la voce e la ammorbidisce.

BDM: Il tuo cantante ne fa uso?
AS: Dietro le quinte dicono di si, ma non ci sono prove fisiche, poi comunque lo sanno tutti che i cantanti bevono la sborra!

BDM: Credi che sia possibile sostituire il termine peyote con la parola sperma nelle liriche di Road To Knowledge?
AS: Beh, sarebbe riduttivo, cioè, si sentirebbe troppo poco nel contesto generale, bisognerebbe sostituirlo a qualche altra parola, tipo... non so... ad un articolo per esempio!

BDM: Pensi che voi Zippo abbiate migliorato il vostro rapporto con l'altro sesso da quando siete andati in tour nell'europa dell'est?
AS: Allora... la maggior parte di noi ha migliorato i rapporti, oramai decennali, con "Maria" (?), altri con "Federica" (??)... diciamo che la statistica dice questo: "Io sono la groupie di me stesso!". La solitudine porta consiglio a chi è coraggioso!

BDM: Quindi le pippe sono parte integrante del progetto Zippo?
AS: Questo discorso lo abbiamo intrapreso piu' volte, ho fatto indagini ed ho scoperto che tutti abbiamo provato a menacerlo in tour, ma alla fine quasi nessuno è riuscito a cacciare il brodo dell'amore. Pero' spesso accade di svegliarsi bagnato nel cuore della notte!

BDM: Quindi ve lo buttate al culo fra i sacchi a pelo?
AS: Ho sentito gente giustificarsi cosi: "Eh... sono abituato a dormire con la mia ragazza, mi viene naturale scusami..."

BDM: Ok, siamo quasi alla fine... carne o pesce?
AS: Sono vegano! (brandendo con fierezza un pezzo di lardo di colonnata)

BDM: Santana o Ghigo Renzulli?
AS: Sempre Gianni Morandi.

BDM: Saluta il baronato come vuoi...
AS: Pervertiti!


lunedì 20 luglio 2009

REVIEW + INTERVIEW ON 'ROCK-A-ROLLA' (UK)




ROCK-A-ROLLA

issue nr. 19 - mar/apri 2009







venerdì 17 aprile 2009

INTERVIEW ON 'INTERCITY MAGAZINE'



Intercity Magazine
n° 123 (26 Marzo - 12 Aprile)

Intervista a cura di Alice Lizza nella rubrica "Alice in Wonderland".



lunedì 16 marzo 2009

REVIEW + INTERVIEW ON 'LEGACY' (Germany)



























LEGACY
März/April 2009 > n. 59






















REVIEW + INTERVIEW ON 'SLAM' (Germany)



























SLAM Alternative Music Magazine
März/April 2009 > n. 42




















INTERVIEW ON 'METAL-DISTRICT.DE' (Germany)

Interview von Simone Nitsche

Ein herzliches Hallo geht heute an die Musiker der italienischen Band ZIPPO, die gerade ihr umwerfendes zweites Album „The Road To Knowledge“ veröffentlicht haben.

- Zunächst möchte ich gerne erfahren, wie ihr auf die Idee gekommen seid, so viele Musiker ihren Teil zu eurem Album beisteuern zu lassen. Nachdem ich im Booklet die Personen auf den Bildern nachgezählt habe, bin ich auf nicht weniger als elf Mitwirkende gekommen, ZIPPO haben regulär jedoch nur fünf Mitglieder... Wer sind alle diese Musiker und in welcher Form haben sie Einfluss auf das Album genommen?

Dave: Hallo Simone, vielen Dank für dein Interesse. Ja, eigentlich besteht die Band aus fünf Leuten, und das ist auch die Anzahl der Musiker, die an unseren Liveshows beteiligt sind. Aber unsere Seele hat zwei Gesichter, sowohl eine rauhe wie auch eine ätherische Seite. Wie in einer Oper wollten wir die größtmögliche Bandbreite an Emotionen mithilfe des Gebrauchs verschiedener Sounds einfangen, indem wir unterschiedliche Stimmungen kreiert haben, wobei jedoch die Hauptrichtung immer von der Geschichte abhängig geblieben ist, die wir erzählen wollten. Die vielen Leute in unserem Booklet sind Freunde, keine berühmten Gastmusiker, sondern nur authentische Personen und hart arbeitende Bekannte wie Antonio Vitale (Jester At Work), der bei manchen Backgroundvocals zu hören ist, Diego Sartor am Banjo, Francesco Di Florio und Andrea Di Giambattista (Mitglieder der Band Sunflower und zugleich die Verantwortlichen an den Reglern) vor allem bei den Parts mit Moog-Synthesizer, elektrischem Piano, Hammondorgel und Akustikgitarre, gemeinsam mit Alessio D'Onofrio (Santo Niente), welcher sowohl Akustikgitarre als auch die elektrische Geige eingespielt hat. Bei einigen Liedern haben wir auch ein Hackbrett eingesetzt, das von Vince Conaway gespielt wird. Vince ist ein Künstler aus Ohio, den wir auf den Straßen unserer Heimatstadt Pescara kennengelernt und aufgrund seines großen Talents eingeladen haben, seine Stimmungen und Eindrücke am darauffolgenden Tag in unsere Musik einfließen zu lassen. Man hatte das Gefühl, dass er bereits wusste, was zu tun war, das war sehr beeindruckend!

- „The Road To Knowledge“ ist ein Konzeptalbum und basiert auf dem Buch „Die Lehren des Don Juan“, welches von Carlos Castaneda verfasst worden ist. Wer hatte den Einfall, das Albumkonzept daran auszurichten, und warum gerade an diesem Buch?

Dave
: Die Idee brachte Silvio auf, nachdem er das Buch gelesen hatte. Es war das erste Buch, das wir von diesem Autor gelesen haben, und auch das erste Buch, das jemals über die mysteriöse Figur des Don Juan geschrieben wurde.Es erschien uns sehr reizvoll, um den Inhalt des Buches herum ein Album zu schreiben. Silvio hat die Band nach diesem Abenteuer verlassen und wurde durch Devis ersetzt.

- Das Layout des Booklets zu „The Road To Knowledge“ erinnert mich ein wenig an die Band THE HIDDEN HAND, besonders die reduzierte, jedoch sehr eindrucksvolle Art des Zeichnens. Kennt ihr diese Band, mögt ihr deren Musik beziehungsweise seht ihr irgendwelche Parallelen zum Werk von THE HIDDEN HAND?

Dave
: Ich mag THE HIDDEN HAND sehr, wie alles, das Wino (Weinrich, Anm. d. Verf.) bis jetzt gemacht hat, aber ehrlich gesagt gibt es keinerlei absichtliche Verbindung unserer Graphiken zu denen von THE HIDDEN HAND. Artwork und Layout des Booklets sind – wie schon bei dem Vorgängeralbum – von Silvio entworfen worden, beinhalten allerdings auch einige Zeichnungen von Stonino.

- Welche Bands würdet ihr als wichtigste Einflüße ZIPPOs bezeichnen? Oder seid ihr eher bemüht, andere Musik von euch fernzuhalten, während ihr euch im Schaffensprozess befindet? Und wer ist der kreative Kopf von ZIPPO?

Dave
: Eigentlich gibt es da keine speziellen Bands, die wir als Einfluß geltend machen würden, unsere Instrumente und Gedanken bilden den Haupteinfluß unserer Arbeit, und für die in sich geschlossene Entwicklung eines Gesamtwerkes ist es sehr hilfreich, während des kreativen Prozesses ein Konzept im Kopf zu haben. Natürlich ist auch für uns andere Musik als unsere eigene von einiger Bedeutung, und wir waren von Anfang an vor allem für Bands wie KYUSS, TOOL und MASTODON offen. ZIPPO bildet eine Art von Gemeinschaft, es gibt bei uns kein einzelnes Mastermind, da jeder seine Ideen in die Arbeit der Band einbringt.

- Welche Reaktionen hat euer erstes Album „Ode To Maximum“ hervorgerufen? Habt ihr bereits Feedback zu eurem neuen Album bekommen und denkt ihr, dass dieses eine Weiterentwicklung eures musikalischen Schaffens darstellt?

Dave
: Wenn man bedenkt, dass „Ode To Maximum“ von Grund auf in Eigenproduktion entstanden ist, also von uns auch selbst finanziert, beworben und vertrieben, haben wir bis heute sehr positive Reaktionen auf das Album zu verzeichnen. Auf „The Road To Knowledge“ haben wir ebenfalls schon überaus positives Feedback bekommen und ich habe in Anbetracht dessen ein Blog erstellt, in dem wir die weltweiten Reaktionen auf ZIPPO festhalten, und zwar unter zippomusic.blogspot.com. Das neue Album repräsentiert als Gesamtwerk auf jeden Fall eine musikalische Weiterentwicklung.

- Sind die Mitglieder von ZIPPO Profimusiker oder habt ihr neben euren musikalischen Ambitionen alle ganz „normale“ Jobs?

Dave
: Profimusiker zu sein ist natürlich der Traum eines jeden, der in einer Band spielt. Trauriger-weise hat uns dieses Glück noch nicht ereilt. Ich habe schon ein paar bekannte Bands getroffen, deren Mitglieder neben ihrer musikalischen Karriere immer noch einer „normalen“ Arbeit nachgehen, so ist das nun mal leider. Wie die meisten Bandmitglieder von ZIPPO studiere ich und arbeite am Wochenende in einer Bar, aber das Geld reicht nie aus. Es ist hart, einer Vollzeitarbeit nachzugehen, wenn man regelmäßig auf Tour gehen möchte, und die wenige Freizeit, die wir haben, geht im Normalfall für die Band drauf.

- In welchem Land ist eure größte Fangemeinde zu finden?

Dave
: Momentan haben wir uns in Italien schon einen gewissen Bekanntheitsgrad erworben, und hier haben wir wahrscheinlich auch unsere größte Fangemeinde. In Ungarn gibt es auch viele Fans von ZIPPO. Die Routen, welche wir im Verlauf unserer Tourneen abklappern, bewegen sich immer durch mehrere Länder, und ebenso ist das mit unseren Werbeoffensiven. Mit der Zeit werden wir dann sehen, wie sich unser Status entwickelt.

- Vielleicht könntet ihr uns etwas über eure Zukunftspläne erzählen. Ist eine Tour in Planung oder irgendwelche Konzerte irgendwo in Europa?

Dave
: Unsere Zukunftspläne ähneln denen der Vergangenheit: wir wollen so viel wie möglich touren. Zwischen Ende März und der erste Aprilhälfte werden wir mit unseren Labelkollegen von THE ORANGE MAN THEORY unterwegs sein, wobei man uns in Österreich, Tschechien, Deutschland, Dänemark, Schweden, Slovenien und Italien sehen kann. Devouring the rocking highway!

- Danke für dieses Interview und alles Gute für „The Road To Knowledge“ und die anstehende Tour!

http://www.metal-district.de/

INTERVIEW ON 'METALWAVE.IT' (Italy)

Dopo gli inferno, ecco un'altra buona band proposta dalla interessante label subsound records: gli zippo, qui intervistati. buona lettura!

- Ciao Ragazzi, desidero complimentarmi con voi per il vostro nuovo “The Road To Knowledge”. Parliamo un po’ di questo vostro ultimo album.
Dave :: Nasce da una gestazione molto sentita e articolata. A differenza del debutto, contiene pezzi composti con maggior criterio, abbiamo anche cestinato brani interi semplicemente perchè non rispecchiavano il mood che ci interessava ricreare. Siamo stati esigenti con noi stessi e col senno di poi possiamo dire di essere soddisfatti del risultato finale.

- So che il disco è un concept, che pur leggendo i testi rimane (forse volutamente) un po’ nebuloso. Vi andrebbe di descrivercelo?
Dave :: Può risultare nebuloso per chi non è al corrente dell’argomento trattato. Chiunque abbia invece letto “Gli Insegnamenti di Don Juan” di C. Castaneda, potrà sicuramente ritrovare una fedele trasposizione dell’opera scritta in opera musicale. La storia verte intorno al cammino di conoscenza secondo la saggezza degli indiani Yaqui. Il tema portante riguarda la scelta di una strada da percorrere. Per riconoscere quella giusta è però necessario interrogare il proprio cuore. Anche questa risposta è nebulosa, ma sono sicuro che l’ascoltatore attento saprà carpirne il senso; ci vuole pazienza, non è un disco di facile ascolto.

- Il nuovo album presenta degli sviluppi compositivi rispetto al precedente “Ode To Maximum”. In che cosa vi sentite più evoluti, sia musicalmente che a livello di testi?
Sergente :: Quando si registra un concept, hai qualcosa da dire, quindi si ha una visione di insieme più armoniosa e chiara; ci siamo sforzati di rendere il più coerente possibile le musiche con i testi e viceversa. Trasmettere un emozione attraverso la musica, la quale doveva essere più vicina possibile alla nostra interpretazione del libro. Sicuramente è stato questo che ci ha fatto "evolvere".

- C’è stato un cambio di formazione nella vostra line-up. Presentateci il vostro nuovo chitarrista.
Sergente :: Devis Ercole! Già conosciuto in ambito metal per la sua militanza nella band Sothis. Sicuramente un bravissimo chitarrista, una bravissima persona e matto! Si è integrato immediatamente come musicista e a livello umano: possiamo ufficialmente dire che è il nostro nuovo chitarriere!

- Il vostro primo full-length è uscito autoprodotto e tale è rimasto. Pensate di ristamparlo o ne siete ancora orgogliosi?
Dave :: “Ode To Maximum” rimane un istantanea di un periodo, avevo 19 anni e non sapevo come la gente avrebbe reagito. Per fortuna l’interesse intorno alla band è andato sempre crescendo, il nostro debutto quindi non è passato inosservato. Non si è mai parlato di una ristampa e non so dirti se verrà mai ristampato, in ogni caso potete sempre trovarlo ai nostri concerti e include dei cavalli di battaglia come “The Elephant March”, che credo ci accompagneranno per sempre.

- Pochi lo sanno, ma la prima (dimenticatissima) fase degli Zippo era quella di una punk band con testi pure abbastanza demenziali. Cosa vi ha portato a questa svolta verso le sonorità che oggi proponete?
Sergente :: Dave e Ferico non erano ancora parte degli ZIPPO, in quel periodo la formazione era composta da Silvio Spina (chitarra e voce), Tonino Bosco (basso), io (Sergente) alla chitarra e alla batteria Alfonso Checchia. Poi tra un concerto e l'altro ci siamo persi per strada Alfonso e al suo posto è subentrato mio fratello Ferico. Cambiando batterista cambiava anche il sound che si faceva più cattivo, quindi si sentiva l’esigenza di un cantante più adatto, Dave. Con l'entrata di una nuova voce, io e Silvio avevamo più libertà chitarristiche e contemporaneamente iniziavamo ad ascoltare i Kyuss che hanno totalmente catturato le nostre orecchie e le nostre composizioni, fino al giorno in cui abbiamo abbandonato il punk demenziale per intraprendere "la dura legge del DO!"

- In sede di recensione ho scritto che preferite, attraverso l’uso di una metafora, suonare complessi, introspettivi e pure un po’ acidi, piuttosto che fare brani da mazzata rock dall’inizio alla fine. Come mai? E' una scelta ben precisa o è un aspetto della vostra musica non ancora sviluppato?
Sergente :: Sicuramente è un aspetto che vogliamo approfondire. Nel nostro nuovo lavoro “The Road To Knowledge” abbiamo tentato una composizione più graduale, si parlava di flusso, quindi di un elemento che rendesse il pezzo più personale, più nostro; un marchio stilistico/musicale che facesse capire che quelle note erano suonate dagli Zippo. Per quanto riguarda l'acidume, credo si tratti di un aspetto caratteriale che ci distingue come persone. La psichedelia adatta al disco era sicuramente acida pesante da "badtrip", com’è anche il nostro modo di scherzare tra di noi: dopotutto ci conosciamo da una vita e abbiamo viaggiato molto insieme.

- Vedo che da live vi muovete veramente parecchio! Considerate l’underground rock/stoner/doom italiano avviato? Quali sono secondo voi i gruppi italiani che più piacciono e che hanno potenziale?
Dave :: Spesso circoscrivendo la provenienza di band affini all’interno di una “scena” nazionale si rischia di ghettizzare tali band. Reputo che tale musica in Italia sia viva più che mai e che non abbia nulla da invidiare al resto d’Europa, e non parlo solo di band come gli Ufomammut, i quali hanno un nome ben consilidato, ma di molte altre che, a forza di lavorare nell’ombra stanno pian piano ottenendo dei risultati: gli Zippo sono tra questi. Voglio consigliarvi inoltre Doomraiser, Last Minute To Jaffna, Keep Out, Godwatt Redemption, ma la lista sarebbe più lunga.

- Quali sono stati: 1) il vostro miglior concerto; 2) il gruppo o i gruppi con cui vi siete maggiormente divertiti a suonarci insieme; 3) la vostra migliore soddisfazione mai ricevuta (deal con la Subsound Records a parte)?
Dave :: Sul miglior concerto non saprei dirti esattamente; a livello di soddisfazione personale, quelli in compagnia di gente come Brant Bjork, Witchcraft, Orange Goblin; a livello di presa sul pubblico senza dubbio le ultime due volte a Budapest. I gruppi con cui ci siamo divertiti maggiormente in giro: i magiari Stereochrist, quei matti dei Doomraiser, i Last Minute To Jaffna con i quali abbiamo in cantiere un progetto collettivo; anche con Stonebride e Unhold abbiamo riscontrato un’affinità piuttosto elevata. Sicuramente entreranno a far parte di questa categoria anche The Orange Man Theory, nostri compagni di etichetta, coi i quali partiremo per un tour europeo a breve. La nostra migliore soddisfazione, sembra una cazzata, ma è stata trovare gente in giro che conosce a memoria le nostre canzoni.

- Ultime parole famose!
Sergente :: Terrha ferrha!
Dave :: Chi mi ama, mi segua.

www.metalwave.it

INTERVIEW ON 'ALONE MUSIC' (Italy)


Stanno partendo per un nuovo tour europeo per promuovere il loro ultimo album, The Road To Knowledge, di cui si è parlato come uno dei migliori dischi italiani nel settore dello scorso anno.

Sto parlando ovviamente degli Zippo, band pescarese che farà ancora molto parlare di sè.


- Del vostro ultimo album si è parlato con entusiasmo su qualunque forum, blog o webzine che si occupi di stoner o heavy-psych, e non solo. Su Rumore, poi, rivista fondamentale per questo tipo di sonorità, la recensione a The Road To Knowledge è stata firmata dal direttore stesso, Claudio Sorge... che effetto fa?
Dave: Fa uno strano effetto, piacevole senza dubbio. Claudio ha avuto modo di vederci dal vivo a Milano lo scorso ottobre 2008 durante la seconda data del nostro tour europeo di presentazione a “The Road To Knowledge” appunto. Ha preso il cd, lo ha apprezzato, e noi abbiamo apprezzato il suo punto di vista colto ed autorevole.

- Nuovo album, nuovo tour. Avete date fissate in Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Germania, Danimarca, Svezia, Slovenia... Non è la prima volta che suonate in giro per l'Europa continentale, giusto?
Ferico: Giusto, fino ad ora siamo stati in tour europeo tre volte e ci stiamo sempre più avvicinando alla quarta... che dire, sicuramente una di quelle esperienze che ricorderemo noi tutti per la vita... è un po’ come ritornare negli anni ‘70... anche se purtroppo non li ho vissuti.

- A parte lo scopo ovvio di promuovere la vostra musica anche all'estero, qual è per voi il senso, la filosofia del tour e del viaggio in generale?
Ferico: Come ho detto prima è sicuramente un’esperienza che fa crescere... vedere posti diversi e conoscere gente nuova è sicuramente un must che dovrebbe fare ogni singola persona tralasciando il tour... è un po come colorare una pagina bianca... poi ovvio, ognuno sceglie il proprio colore preferito. Non ho una filosofia ben precisa sul come affrontare un tour... è questa la mia filosofia.

- E' luogo comune che all'estero il pubblico sia più aperto a... nuove esperienze sonore, diciamo. Più disponibile ad ascoltare una band magari mai conosciuta prima. Per contro, in Italia si dice che questa "apertura" manchi e che si cerchi sempre l'ascolto "facile". Siete d'accordo con chi lo afferma? Si nota davvero una differenza di attitudine tra Italia e resto d'Europa?
Ferico: A questo proposito mi viene in mente un simpatico aneddoto: eravamo a Budapest per la terza forse quarta volta... c’erano ragazzi persi completamente nel concerto... c’era chi scapocciava freneticamente, chi si buttava per terra, chi alzava le mani in aria con la fronte rivolta sul soffitto e gli occhi rigirati, chi pogava (in Italia non sanno pogare) chi portava il tempo con il corpo lasciandosi impossessare da una danza sempre personale, chi ballava con topi domestici... tutto quello che ho elencato in Italia non l’ho mai visto. Sarà un caso? Sarà la verità? Questa è la mia versione... probabilmente perché nel resto d’Europa hanno mantenuto più una mentalità "anni 90", mentre qui in Italia si pensa al Grande Fratello, al calcio, a Costanzo e la sua signora ingessata Maria che prepara star di un certo livello...tant’è che vincono anche Sanremo (quest’anno secondo me ancor più vergognoso di tutti gli altri). In conclusione buttate la tv e andate a muovere un po’ di più i vostri glutei ai concerti e supportare l’underground che è pieno di qualità.

- Il tour che comincerà il ventisette marzo vi vedrà insieme ai The Orange Man Theory. Da dove è nata l'idea di partire con loro?
Dave: In una notte di delirio a Ciampino, a due passi da Roma. Eravamo ad una festa in casa Subsound, con band, amici, alcol, carne a quant’altro (noi da buoni abruzzesi ci siamo adoperati per gli arrosticini). In mezzo a tutto ciò iniziamo ad intrattenere un discorso piuttosto sentito con Gianni e Gabbo dei TOMT, e tra uno spiedino e l’altro si inizia a configurare un tour assieme, al quale avremmo poi iniziato a pensare seriamente qualche mese dopo. Da un momento di aggregazione è nata quest’accoppiata singolare, ma di grande impatto. Suoniamo generi differenti, è vero, ma ci lega l’umiltà e l’attitudine in-your-face tipica del rock ‘n roll; eravamo già amici prima che entrambe le band firmassero per Subsound Records, per cui è stato un processo spontaneo.

- Torniamo al vostro album. Non che le “etichette” abbiano mai molto senso, ma voi stessi come definireste adesso il vostro genere?
Ferico: Postlatindoom'n'roll/indemboriale/valodjievalodjie/e pacato quando serve(ho adottato gli slash dello space per facilitarne la comprensione..).

- Compaiono nei credits di The Road To Knowledge anche Andrea Di Giambattista e Alessio D'Onofrio. Inoltre hanno suonato in vari pezzi dell'album anche altri “ospiti”, giusto?
Dave: Esatto, oltre ai chitarristi di Sunflower e Santo Niente, da te citati, compaiono moltri altri guest. Primo tra tutti Antonio Vitale (Jester At Work), fondamentale con la sua cavernosa voce narrante/evocativa, poi troviamo Diego Sartor, noto banjoista pescarese, Francesco Di Florio dei Sunflower al moog, rhodes, hammond e diavolerie varie, infine trova spazio anche un ospite straniero, dall’Ohio l’artista di strada Vince Conaway, che ha contribuito con degli inserti di hammered dulcimer. Tutto questo e molto altro in “The Road To Knowledge”.

- Invece per quanto riguarda la vostra line-up, Silvio Spina, che tra l'altro ha collaborato ai testi e dell'artwork dell'ultimo album, ha deciso di lasciare la band. Cosa ha significato per gli Zippo
Ferico: Ha significato lacrime per me... ti parlo della mia esperienza personale; è sempre una sensazione stupenda che non puoi più provare con una persona a cui vuoi bene alla fine. All'inizio eravamo spaventatissimi, poi come un fulmine a ciel sereno è arrivato Devis. Silvio, come ha detto mio fratello in un’altra intervista, rimarrà comunque sempre uno Zippo, ed un nostro carissimo amico prima di tutto... un amico che ha deciso di intraprendere una Strada diversa dalla nostra... rispetto totale per la sua decisione...gli auguriamo il meglio!

- Artwork: quello del vostro ultimo disco l'hanno curato appunto Silvio e Stonino. C'è sempre maggior attenzione verso l'aspetto grafico, ossia l'artwork di flyers e booklets, quasi a proporre un “viaggio” non solo sonoro ma anche visivo. Penso anche a realtà come la Malleus... Che ruolo e che importanza ha per voi questo aspetto?
Dave: Sono aspetti inscindibili, per questo non ha lo stesso valore un disco masterizzato da un disco originale, anche se il messaggio musicale resta inalterato, si perde però per strada quello visivo, un vero peccato soprattutto quando quest’ultimo è curato nei minimi dettagli. Hai citato Malleus non a caso, quindi sai di cosa parlo. La funzionalità di un prodotto è fatta dalla sua completezza a 360°.

- Domanda di rito: quali sono le vostre influenze e il vostro background, da un punto di vista musicale (e non solo, eventualmente...)?
Dave: E’ una domanda che mi capita spesso in sede d’intervista e alla quale finisco sempre per dare una risposta molto soggettiva, in quanto cresciuto secondo parametri musicali diversi da quelli degli altri. Fare un elenco di band importanti per la mia crescita musicale risulterebbe banale, piuttosto mi piace ricordare le divergenze dalle quali gli Zippo sono partiti e il punto in comune da cui tutto ha avuto inizio. Io venivo dal metal, gli altri da esperienze più vicine al punk e all’hardcore melodico, l’intento comune era comunque quello di suonare pesanti, melodici e alienanti, il punto d’incontro e di partenza è quindi stato lo stoner rock, dal quale poi tutto si è evoluto e diramato, infettandosi di doom, post-rock, prog, e chi più ne ha più ne metta.

- Quali sono le band a livello nazionale che stimate di più, adesso?
Ferico: Ce ne sono moltissime per fortuna quindi ne cito alcune: Zu, Il Teatro Degli Orrori, Last Minute To Jaffna, Keep Out, Negative Trip, Santo Niente, Jester At Work, The Fiftyniners, Doomraiser, The Orange Man Theory, Inferno, Camion, Sesta Marconi, God Watt Redemption, Straight Opposition and much more...

- A proposito di scena italiana, a maggio suonerete di nuovo allo Stoned Hand Of Doom, quest'anno alla sua quinta edizione, giusto?
Dave: Esatto. Un sodalizio che si rinnova, non possiamo che esserne orgogliosi.

- Potete dirmi qualcosa riguardo alla Subsound Records, l'etichetta cha ha prodotto il vostro ultimo album?
Dave: Subsound Records ha sede a Ciampino, dietro di essa si cela la figura di Davide Cantone, un tipo con le palle. Ha creduto in noi e noi crediamo in lui, e tutte le recenti firme di band come The Orange Man Theory, Inferno, Dope Stars Inc., non fanno altro che aggiungere prestigio a qualcosa nata pochi anni orsono, quasi come una scommessa.

- Parliamo adesso di agenzie di booking. Anche grazie alla Apocalypse Agency, a Pescara sono passate e passano band di tutto rispetto, sia a livello italiano che internazionale. Quando è nata la Apocalypse?
Dave: E’ nata “fisicamente” nel 2007, ma mi sono iniziato a dedicare all’organizzazione di concerti underground in concomitanza con la mia entrata negli Zippo, con la necessità di creare nuovi spazi. Spazi che con le unghie sono riuscito ad ottenere, e ciò mi ha spinto a creare un marchio tramite il quale identificare le vibrazioni che amo portare a Pescara e in giro, il discorso vale quindi anche per gli Zippo, visto che mi occupo personalmente del booking attualmente, compito piuttosto arduo, te l’assicuro.Tenete d’occhio la seconda edizione del Tube Cult Fest, che avrà luogo il prossimo 22 e 23 maggio all’Orange di Pescara; nelle due serate si articoleranno gli svedesi Kongh, oltre a noi, Doomraiser, Last Minute To Jaffna e Sesta Marconi. Il festival più assordante dell’adriatico.

- Come sono gli Zippo che vorreste vedere tra qualche anno?
Ferico: Sul palco sorridenti come amici..come adesso (e con un lavoro...)!
Dave: Su un tour bus a giocare a Guitar Hero nell’attesa di raggiungere la prossima meta del tour!


Scream

domenica 8 marzo 2009

INTERVIEW ON 'RUMORE' (Italy)




















RUMORE >
March 2009


[SPECIAL ABOUT CARLOS CASTANEDA > "Il Rock di Castaneda"]





















venerdì 27 febbraio 2009

INTERVIEW + REVIEW ON 'ROCK HARD' (Italy)


ROCK HARD > JAN 2009


INTERVIEW with Dave and Stonino


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ZIPPO - The Road To Knowledge
(Subsound Records)
7,5/10
Il secondo album dei pescaresi Zippo porta alla luce un gruppo dalle ottime potenzialità. E' addirittura riduttivo usare per loro il termine stoner, perchè la musica del quartetto spazia tra metal, prog, post hardcore e psichedelia con naturalezza assoluta. Anzi la loro arma vincente è quella di ricoprire il tutto di una patina spirituale magica, come se il loro fosse un lungo viaggio verso la conoscenza. Fulcro dell'indagine antiche civiltà americane autoctone. Il corredo letterario rende quest'album un'opera ancora più avvincente visto che è ispirato a "Gli insegnamenti di Don Juan" di Castaneda ed è questo il motivo per cui ci sono molti simboli ed anche titoli in spagnolo. Le loro canzoni sono la colonna sonora universale del mondo e spaziano tra dolci nenie acustiche, delicate nel loro spleen acido ("Chihuahua Valley", "El Enyerbado"), roboanti psycho metal che ricordano i Tool ("Ask Yourself A Question") ed alte divagazioni desertiche sempre proposte con passione e varietà sonora ed emotiva. L'unico difetto è una pronuncia inglese non sempre all'altezza ma, la stoffa e le idee ci sono eccome.

Stefano Cerati