(Subsound Records)
85/100
Dopo gli inclassificabili (come genere musicale) Inferno, la Subsound Records propone da Pescara gli Zippo, che arrivano così al loro secondo album, dopo il primo autoprodotto.Mi sarei aspettato, da questo quintetto, una svolta più marcata verso il rock, e invece gli Zippo ci contraddicono alla grande andando al di là delle distinzioni tra stoner, rock, doom, psichedelica e quant'altro, fondendo alla perfezione i diversi generi, aggiungendoci una vena spagnoleggiante niente male, che viene evidentemente introdotta per accompagnare alla perfezione il concept (perché di questo sembrerebbe trattarsi, con dei personaggi presenti in tutto il disco) di quest'album. E il risultato, va detto, ci sta tutto: ci troviamo di fronte ad un album che, a differenza del precedente "Ode to Maximum", si presenta estremamente omogeneo e con le varie influenze ben amalgamate; le composizioni sono più eclettiche, cioè molto meno o per nulla basate sullo schema canzone classico, i riff ogni tanto ripescano qualcosa dal precedente album, ma sono arricchiti da molte armonizzazioni, dall'uso di strumenti più inusuali come il moog che conferiscono ai brani un tocco particolarmente avvolgente.E allora premendo "play" ecco che, con i testi alla mano, la bravura degli Zippo nel saper riproporre ogni singola atmosfera viene esibita platealmente, e ci si ritrova a contemplare una title track che per esempio alterna sapientemente momenti di calma ieratica a esplosioni più di stampo classicamente stoner rock, oppure ci si perderà dietro i tempi mica tanto quadrati di "Chihuahua valley", che spicca per un'ottima coesione tra testo e musica, e con parti psichedeliche vincenti, disseminate su un po' tutto il brano, o su "Ask yourself a question" con la prima parte più soffusa e introspettiva e la seconda più diretta, o anche la conclusiva strumentale "Diablera", una ballad che a tratti sembra la colonna sonora di un paesaggio desertico, altre volte invece sembra tracciare una soundtrack per una giornata piovosa.Non ho trovato, sinceramente, difetti significativi in questo TRTK; al limite potrebbe esserci ancora l'eccessivo orientamento a tirare mazzate sul cervelletto anziché sui denti (leggasi: a suonare acidi e sofisticati anziché più tipicamente rock), ma credo che a questo punto, questo non sia neanche nelle loro intenzioni. E insomma: godiamoci questo "The Road to knowledge", un ottimo esempio di mischiume di generi suddetti, graziato tra le varie cose da una veste grafica minimale ma azzeccata.Postilla finale: Non dovrebbe neanche essere il caso di dirlo, ma per coerenza lo farò: conosco gli Zippo e sono amico del cantante, ma per cortesia non tacciatemi di campanilismo. Io non sono qui per supportare solo amici e parenti (atteggiamento da fessi), ma per supportare chi se lo merita. Acquistate e consumate.
Snarl
http://www.metalwave.it/
85/100
Dopo gli inclassificabili (come genere musicale) Inferno, la Subsound Records propone da Pescara gli Zippo, che arrivano così al loro secondo album, dopo il primo autoprodotto.Mi sarei aspettato, da questo quintetto, una svolta più marcata verso il rock, e invece gli Zippo ci contraddicono alla grande andando al di là delle distinzioni tra stoner, rock, doom, psichedelica e quant'altro, fondendo alla perfezione i diversi generi, aggiungendoci una vena spagnoleggiante niente male, che viene evidentemente introdotta per accompagnare alla perfezione il concept (perché di questo sembrerebbe trattarsi, con dei personaggi presenti in tutto il disco) di quest'album. E il risultato, va detto, ci sta tutto: ci troviamo di fronte ad un album che, a differenza del precedente "Ode to Maximum", si presenta estremamente omogeneo e con le varie influenze ben amalgamate; le composizioni sono più eclettiche, cioè molto meno o per nulla basate sullo schema canzone classico, i riff ogni tanto ripescano qualcosa dal precedente album, ma sono arricchiti da molte armonizzazioni, dall'uso di strumenti più inusuali come il moog che conferiscono ai brani un tocco particolarmente avvolgente.E allora premendo "play" ecco che, con i testi alla mano, la bravura degli Zippo nel saper riproporre ogni singola atmosfera viene esibita platealmente, e ci si ritrova a contemplare una title track che per esempio alterna sapientemente momenti di calma ieratica a esplosioni più di stampo classicamente stoner rock, oppure ci si perderà dietro i tempi mica tanto quadrati di "Chihuahua valley", che spicca per un'ottima coesione tra testo e musica, e con parti psichedeliche vincenti, disseminate su un po' tutto il brano, o su "Ask yourself a question" con la prima parte più soffusa e introspettiva e la seconda più diretta, o anche la conclusiva strumentale "Diablera", una ballad che a tratti sembra la colonna sonora di un paesaggio desertico, altre volte invece sembra tracciare una soundtrack per una giornata piovosa.Non ho trovato, sinceramente, difetti significativi in questo TRTK; al limite potrebbe esserci ancora l'eccessivo orientamento a tirare mazzate sul cervelletto anziché sui denti (leggasi: a suonare acidi e sofisticati anziché più tipicamente rock), ma credo che a questo punto, questo non sia neanche nelle loro intenzioni. E insomma: godiamoci questo "The Road to knowledge", un ottimo esempio di mischiume di generi suddetti, graziato tra le varie cose da una veste grafica minimale ma azzeccata.Postilla finale: Non dovrebbe neanche essere il caso di dirlo, ma per coerenza lo farò: conosco gli Zippo e sono amico del cantante, ma per cortesia non tacciatemi di campanilismo. Io non sono qui per supportare solo amici e parenti (atteggiamento da fessi), ma per supportare chi se lo merita. Acquistate e consumate.
Snarl
http://www.metalwave.it/
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