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domenica 12 giugno 2011

REVIEW ON 'METALITALIA' (Italy)

ZIPPO - Maktub

6/10

Ci riprovano i nostri Zippo. La tecnica è enormemente migliorata, le capacità compositive appaiono decise e molto meno immature e il distacco auspicato da certi suoni grunge e addirittura nu metal (che avevano compromesso un debutto immaturo e ancora in fase "decisionale") è finalmente arrivato e sembra ora completo. Ma siamo sicuri che la direzione intrapresa dalla band abruzzese sia quella giusta? Renderà loro giustizia? Il problema sembra essere sempre lo stesso, insomma. Lo stesso che caratterizza tante altre valide entità del Bel Paese operanti anche in altri campi, sopratutto quello del post-hardcore, dove a parte dei sublimi imitatori non riusciamo a produrre altro. Se band come i Clutch, i Baroness, i Kylesa e i Mastodon (e questi sono solo i vip, ce ne sono a quintali e quintali di altre valide band simili!) già hanno tappato ogni buco disponibile in questo nuovo ma già inflazionato e sovrappopolato segmento di musica heavy che flirta col rock dei Seventies, perchè continuare ostinatamente a sbracciare per entrare in un mondo ormai saturo e dai tratti sempre più banali, solo perchè ultimamente suona tanto figo? Tutti vogliono farsi crescere le barbone, riempirsi di tatuaggi, scolare bidoni di birra, coltivare questa nuova/vecchia immagine da biker psiconauta, alzare a palla le Gibson e gli Orange, e unirsi alla festa più cool del vicinato...ma la casa qua straborda! Si può senz’altro sfoderare un bel dischetto, certo, come questo “Maktub” in fin dei conti è (anche se il suffisso -etto, ahinoi, non si toglie), ma il lavoro in questione è inevitabilmente destinato a vivere all’ombra lunghissima e inscrollabile di band, come quelle sopraccitate appunto, che questa roba l’hanno prima “inventata” e poi imposta ripetutamente (con merito o meno, ma questo è un altro discorso) su una scena ormai infarcita e satolla da fare schifo. Passa anche la voglia di descrivere più nello specifico le sonorità di un lavoro come “Maktub”, se dicendo semplicemente Baroness, Mastodon e Kylesa si è già praticamente arrivati al nocciolo centrale della questione. Il resto sarebbero solo dettagliucci prolissi che non aiuterebbero a capire meglio il lavoro, e non aggiungerebbero alcunchè a queste righe o al valore della band. Sludge metal, prog e rock seventies, ecco qua, si è detto praticamente tutto, e si torna inevitabilmente alle band sopraccitate. Non che uno lo vuole fare apposta, semplicemente non c’è via d’uscita. Gli Zippo sono probabilmente la migliore band nel genere che ci sia in Italia, ma ancora una volta la ciccia vera sta altrove; e non solo a Savannah in Georgia. Ultima menzione, se può interessare, va fatta alla presenza in veste di ospiti di Luca T. Mai (Zu) e di Ben Ward (Orange Goblin) in due pezzi, ma è troppo poco per riaprire il discorso.

Mattia Alagna
www.metalitalia.com

venerdì 27 febbraio 2009

REVIEW ON 'METALITALIA' (Italy)

ZIPPO - The Road To Knowledge

8/10
Gli Zippo sono una delle realtà italiane più valide associate al panorama stoner, e chi segue questo tipo di musica ne è ben al corrente. E la loro validità non è limitata alla scena nazionale, anzi: questo "Road To Knowledge" è la conferma di quanto detto, se mai ce ne fosse stato bisogno. E' probabilmente il disco della maturità della band, con cui essa acquista una personalità definita; è anche il disco più coraggioso, musicalmente e dal lato creativo. E' infatti una sorta di concept, ispirato all'opera di Carlos Castaneda "Gli Insegnamenti Di Don Juan". Musicalmente è ricco di sfaccettature e sonorità: sono presenti tanto chitarre acustiche e banjos quanto chitarre elettriche di chiara influenza stoner, si alternano ritmi con atmosfere tipicamente sudamericane ad altri momenti più dilatati, riflessivi e psichedelici. E' insomma un disco che pare prenda vita e si evolva mentre lo ascoltiamo, come un'opera in divenire. La ricchezza e la dinamicità del lavoro è sicuramente un grosso punto a favore del disco, che appare compiuto e coeso. La prova dei musicisti è ottima, con un batterista che fa tesoro del groove di scuola kyussiana e prima ancora settantiana aggiungendo tocchi personali e tanta fantasia. Ottima anche la prova del cantante e delle due chitarre, che suonano affiatate e ben in sintonia: nessuno nella band vuole strafare, le esigenze del pezzo vengono rispettate e tutto ciò va a favore della riuscita dei pezzi, ovviamente. Insomma, complimenti agli Zippo, speriamo che ricevano il meritato riconoscimento anche fuori dai confini della penisola!

Luca Mashour
www.metalitalia.com