
Se volete provare angoscia, allora vi consiglio di avvicinarvi al terzo genito degli abbruzzesi Zippo…e avrete pane per i vostri denti. Il quintetto di Pescara, anche in questa nuova uscita, non lesina bastonate sui denti e atmosfere ai limiti della sanità mentale, fornendo un percorso musicale tutt’altro che classificabile e definibile a parole.
Tecnicamente è un album perfetto…i suoni sono mastodontici, a volte compressi e altre volte corposi, la produzione è fumosa e scarna (mr. Victor Love ha dato una mano notevole alla plasmatura di “Maktub”), le performance sono degne del successo che la band sta avendo (e ahimè, come sempre,per di più fuori dal nostro paese) e il mastering (James Plotkin) da un impatto sorprendente ai sette capitoli in questione. Aggiungete al piatto un songwriting che si muove su un costante progeggiare di batteria e basso contornato da un lavoro di chitarre che si addentra nel metal psichedelico, dove le vocals di Dave passano da pulito a urlato in uno stadio di crescente confusione…senza contare che “Maktub” gode anche delle ospitate di Luca T. Mai (Zu) al sax baritono e di Ben Ward (Orange Goblin) al microfono in “Man Of Theory”.
Le songs??? Mmmh…mi mettete clamorosamente in difficoltà. Posso solo assicurarvi che il disco non cede un attimo; si muove su dinamismi continui ponendo volutamente gli episodi più complessi (“We, People’s Hearts” e “Sinum”) verso la parte finale, in modo da ‘preparare’ l’ascoltatore alle esperienze più difficili (e più significative).
“Maktub” è un capolavoro…è il capolavoro degli Zippo! E la tournee europea seguita alla pubblicazione (avvenuta in marzo 2011) ne è il degno responso. Band come queste dimostrano che gli act nostrani sanno imparare la lezione, farla propria, ed essere a loro volta dei validi maestri internazionali. Standing ovation!
Valerio Ferrari
www.heavyworlds.com
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